Del fumo 2.0
Fumo da quando ho 13 anni. La mia prima sigaretta è stata frutto di una di quelle compagnie che mamma tollera ma non approva troppo, la mia migliore amica, che allora già sembrava di qualche anno più grande di me, bella, alta e col seno formato, mentre io ero ancora una scricciola con le forme di uno stuzzicadenti. Tirata e non aspirata dietro la chiesa del mio paese. Erano tempi diversi, in cui ci ritrovavamo ancora dietro la stazione per chiaccherare di cose segrete con gli amici, il massimo della moda era la camicia annodata davanti con sotto il top, giocavamo col Nintedo 64, conoscevamo tutti i nomi delle Spice Girls e compravamo Cioè, non esistevano internet e gli sms e per metterci d'accordo ci chiamavamo ancora a casa, compravamo il Calippo Fizz alla Coca Cola e giocavamo a essere grandi.
Nel 1996 un pacchetto di MS costava 3200 lire, e si faceva la colletta in due o tre per andarle a comprare. Si prendevano alla Casa del Popolo (o ARCI, che dir si voglia), perchè andare dal tabaccaio era troppo pericoloso. Si entrava furtivamente e si usciva col magico pacchetto, un Lion, e un pacchetto di Brooklin per cancellare le prove del reato al ritorno a casa.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e io ho fumato più o meno di tutto, Marbloro rosse, Diana, Pall mall, Camel, Chesterfield e varie sostanze più o meno legali.
Poi è arrivato un momento in cui per caso mia mamma, ormai satolla della puzza di fumo che si infiltrava in casa dalla porta di camera mia e giustamente preoccupata per la mia salute, mi ha comprato una sigaretta elettronica.
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Dell’aria di cambiamento
C'è aria di cambiamento. Il blog ha cambiato casa dopo 7 anni, e anche io mi accingo alla stessa migrazione. Forse ce n'era bisogno. É un po' come mettere un punto e voltare pagina, lasciare alle spalle tante cose che ormai non mi appartengono più. Tutti i vecchi post sono stati trasferiti qui, esattamente come io porterò con me il
mio bagaglio. Io rimango io, esattamente come il mio blog rimane tale, ma spero che questo vento di cambiamento faccia bene a entrambi, rimargini qualche ferita e apra nuovi orizzonti.
Io sono io, e questa è la mia vita, e come diceva il buon vecchio Conte Dracula, "Benvenuto nella mia casa! Entrate libero e franco. Andatevene poi sano e salvo, e lasciate alcunché della felicità che arrecate!”
Dei voglio, o vorrei
Ho voglia di birra e musica ad alto volume.
Ho voglia di sesso, quello selvaggio.
Ho voglia di averti con me.
Ho voglia di un posto per me e per le mie cose, per i miei libri, per le mie passioni.
Ho voglia del tuo amore.
Ho voglia di fare qualcosa che mi renda orgogliosa. E possibilmente di farla con te.
Ho voglia di un giorno intero sotto le coperte e di baci sul collo.
Ho voglia di perdere la testa.
Soprattutto, ho voglia di essere sorpresa.
E non è perchè non mi accontento. O forse si, forse alla fine, checchè io ne dica sono una di quelle incontentabili che gli dai un dito e vogliono tutto il braccio. O forse, per meglio dire, sono una di quelle da fuochi d'artificio io. Ecco.
Dei punto e virgola
Allora qui ci sono un sacco di cose da riassumere e da recuperare.
Ultimamente sto stando (sto stando???). No, ok, ricomincio. Ultimamente sto seguendo molto il mio sito sui libri, e ho praticamente dimenticato questo povero blog che sta qui agonizzante in una pozza di sangue. Questo semplicemente perchè leggere e parlare di libri e fare tutto fuorchè scrivere qui mi aiuta a non pensare a quello che realmente di solito scrivo qui, cioè i miei cazzi. Quelli nel culo. E no, non in senso sessuale.
E forse non scrivo più qui perchè, come ho già detto QUI, questo posto non mi è più familiare come una volta. Non lo è più la grafica, nè tutta una serie di problemi che qui dentro sono così pedessiquamente esposti, e che ora mi sembrano futili e lontani anni luce da qui. Forse questo succede a tutti i blog che hanno una lunga vita. Che cominciano come un diario di cazzate, proseguono come un diario di tormenti post-adolescenziali, e poi a un certo punto ci entri e ti sembrano il blog di qualcun altro. Di un persona che sei stata ma che adesso non sei più, o almeno, lo sei sempre, ma in un modo diverso, nel bene e nel male. E forse a questo punto sento anche un pò la necessità di dare un taglio con tante cose, mettere un punto e aprire un nuovo capitolo. Con personaggi e storie diverse.
Io non sono mai preparata per un sacco di cose. Cioè so che prima o poi devono succedere ma mi colgono sempre lì, come la lepre davanti ai fari di un camion. E quindi dovevo sapere che mio padre mi avrebbe odiato e rinfacciato un sacco di cose per le quali, peraltro, io non mi sento affatto colpevole. E che mi rinfacciasse anche tutti i rancori che ha verso mia madre ostentando la sua indignazione perchè io non riesco a capire. E la verità è che veramente io non riesco a capire. Ma è perchè non posso. Perchè quella è la sua rabbia, il suo rancore, che riguarda cose che non comprendono me se non per legami genetici, e che lui ha vissuto a suo modo, che con buona probabilità è completamente diverso dal modo in cui li avrei affrontati io.
E non ero preparata a chiudere il laboratorio, anche se dopo uno strazio durato due anni e mezzo sapevo che doveva succedere. Perchè questo non è il posto nè il momento per creare la tana dell'artista felice. Perchè questa strada non è adatta, e l'economia sta miseramente crollando a livello globale, e l'Italia, come l'Europa tutta, sembra un transatlantico che attende rassegnato l'ultima onda prima di affondare definitivamente.
E non ero preparata all'idea di fare le valigie e spostare la mia vita altrove. Che presumibilmente è quello che accadrà a breve.
E, soprattutto, non ero preparata a dover fare delle scelte drastiche, molte, e tutte insieme. Ora, io alle scelte non sono mai preparata. La mia capacità di prendere decisioni è pari a quella di una gallina davanti a uno specchio. E ringrazio chiunque ci sia lassù (o laggiù, o di lato) per essere stata così fortunata da avere a fianco a me una persona che è un grado di spronarmi e di sostenermi nelle mie scelte, per quanto dolorose e oscure esse siano, e mia mamma che è diventata un'amica, oltre a un genitore.
E mentre prima quest'assurda idea di diventare adulta mi faceva tanta paura perchè pensavo che avrei dovuto abbandonare la mia gioia da adolescente e i miei vizi, la verità è che sta succedendo e basta. E io continuo ad essere quella che sono, con le mie battute e i miei amori, con la voglia di rock'n roll e di una birra con gli amici. E di travestirmi per Halloween e di andare a ballare vestita di nero. E continuerò a farlo finchè non ne avrò più voglia. Perchè non è questo quello che cambia. Quello che succede è semplicemente che mi trovo a dover affrontare problemi sempre più grandi e scelte che segneranno un bivio nella mia vita, ma sentendomi più sicura del fatto che sarò in grado di risolverli, di affrontare la fatica e il dolore. E sono tristemente consapevole che ci saranno delle perdite, che tante persone che avevo giudicato importanti rimarranno indietro. Ma la prendo come una sorta di selezione naturale.
Diciamo che non sono ancora preparata a un punto e a capo. Diciamo che questo è un punto e virgola. O un punto e basta. E il resto verrà a suo modo e con i suoi tempi.
Dei momenti così
Assapora il mio corpo
disarmato di pretese,
voglioso di lasciarsi prendere
dalla forza delle tue mani.
Trascinami tra i tuoi pensieri
perversi come i miei silenzi
ansimando nel crescendo di ogni lamento.
Domina il mio sguardo,
gioca e prendi possesso.
Non darmi pace
nel piacere di sentirti uomo.
Ascolta il mio vibrare,
scivola spalancando la mia voglia
e sentiti potente.
Lasciati esplodere dentro di me
e stringimi il collo
in quell'immenso momenti
in cui sono solo tua.