Just Me, Myself and I

Pace and cats

Postato il 19 Settembre 2009 in Just Me, Myself and I

Troup della tivvù appostate davanti alla caserma. Nove pagine di articolo sul giornale locale. Tutti a piangere i militari senesi. Che poi senesi non erano. Boh. Però stamani tutti giurano: era amico mio, lo conoscevo, l'ho visto, era taaanto un bravo ragazzo. Lutto cittadino. Ma i militari non erano visti male perchè non capivano il palio e rubavano le donne a chi a Siena è nato (e ivi morirà)? Per non parlare dei terroni. Gesù, orrida specie. Signori! Com'è la guerra? Bella eh? Un impegno concreto? Pace, gatti, e meno ipocrisia per tutti. 

Perchè non facciamo i funerali di stato anche per quelli che cadono dalle impalcature? Ah, già, perchè loro non stavano servendo la patria. Dev'esser questo il motivo. Perchè costruire case o pulire cisterne non sono mestieri nobili come andare a combattere i talebani. Sale a ben 14 il numero dei soldati italiani morti in Afghanistan dal 2004. Scende a 110 il numero dei morti nelle costruzioni dall'inizio del 2009, un dato confortante, dicono.

Una morte sul lavoro è una morte sul lavoro. A me fa schifo solo l'idea che qualcuno debba morire mentre lavora. Certo che se uno decide di andare a fare una missione in Afghanistan, per quanto nobile sia questo gesto, sa a quali rischi va incontro ed è ben preparato a questo. Non credo si possa dire lo stesso di un lavoratore (spesso al nero e sottopagato) che di certo non si aspetta che la sua vita possa finire cosi, colpito da un gancio di una gru, schiacciato da  un muletto in magazzino, da una lastra da tre tonnellate di marmo o precipitando dal tetto della casa che sta costruendo.

Ogni mattina un militare in missione si alza e sa che per i suoi 10000 euro al mese rischia di prenderesi una bomba in testa, anche se spera che non succeda. Ogni mattina un operaio si alza e per i suoi 800 euro al mese spera, anche se sa che può succedere, di non cadere da nessun ponteggio. Nessuna delle due vite vale più dell'altra, vogliamo ricordarcelo una volta tanto?

commenti: 5 »

5 commenti to “Pace and cats”

  1.  
    Lex

    Hai scritto tante di quelle idiozie in un colpo solo che meriteresti un premio dedicato. Si salva solo la parte iniziale che è vera, il resto sono dicerie e luoghi comuni, a cominciare dallo stipendio che è meno della metà di quello che scrivi tu.

  2.  
    brina

    E apparte lo stipendio, quali altri sarebbero i luoghi comuni?

  3.  
    Lex

    1) Il tenore di vita di un militare è enormemente + basso di un operaio medio. Tra addestramento, esercitazioni, campi, missioni e "cazzi vari" il militarozzo medio a 30 anni è già sfatto. Fisicamente sfondato, mentalmente prosciugato. Meno film e + realtà non ti farebbero male.

    2) Quella gente ha delle competenze spesso straordinarie. Responsabilità di armi, mezzi, munizioni, uomini, infrastrutture e quant’altro, per uno stipendiuccio che viene sorpassato alla grande da un operaio che fa qualche turno di notte. Evviva la valorizzazione delle competenze.

    3) Di gente incompetente nei cantieri c’è il pieno. Se riesci a maneggiare armi e munizioni, ad usare mezzi di svariato tonnellaggio, ad andare in missione di "pace" con simpaticoni che ti sparano addosso o ti piazzano ordigni esplosivi lungo la strada (evviva il coraggio dei "resistenti") ed a riportare la pellaccia a casa, se permetti, forse, un minimo di competenze le hai. Il fatto che sia pieno di storditi che riescono ad investirsi persino col muletto che loro stessi guidano (!!!) non vuol dire che sia un lavoro rischioso, vuol dire che sei rintronato e non è colpa di nessuno, se non di tua mamma che ti ha fatto così imbecille.

    4) Troppo facile dire che tot militari sono morti in un anno rispetto a tot civili. Conta quanti sono i civili al lavoro e quanti i militari e capirai bene la ridicolezza di quest’affermazione. 120.00 militari sono un numero "lievemente" inferiore al numero di civili che lavorano in Italia; "lievemente".

    5) Un conto è fare come polizia, carambas o militari, che rischiano la pelle per lo stato e sopratutto per i cittadini, un conto è rischiarla per portare i soldi a casa. Sembra un ovvietà ma la toscana ha sempre un "velo rosso" che impedisce di vedere il mondo in maniera nitida. Basta vedere le cantonate che prendi nella vita di tutti i giorni, figuriamoci in valutazioni "globali".

    6) Se non conosci qualconsa, non parlarne. E’ tanto bello astenersi, talvolta si passa anche da intellettuali sai? Ahahah

  4.  
    brina

    1) Su questo sinceramente non so rispondere, non avendo mai fatto nè il militare, nè il muratore…

    2) Le competenze sono di varia natura. Io so restaurare quadri, tu maneggiare armi, un dottore aprire le persone, un muratore costruire un muro dritto. Tu sai farlo?

    Per quanto riguarda la responsabilità, come sopra. Se un dottore opera male, il paziente muore, se un muratore costruisce il muro di una casa storto, la casa crolla, se un militare in missione fa un errore, ci lascia la pelle.

    Un militare in missione prende 1200 euro fissi al mese, + (per quanto riguarda quelli in afghanistan) 144 euro per ogni giorno di missione, che fa più o meno 5500 euro… Il muratore che sta dietro casa mia ne prende 950 al nero e senza assicuazione.

    3) Quella che volevo fare non era una proporzione, ma com’è che gioiamo perchè, su migliaia di morti sul lavoro ogni anno, quest’anno ne sono morti 10 di meno, e facciamo 10 pagine di giornale per 4 militari morti? Il tizio dell’Anas che va a tappere le buche in mezzo all’autostrada non svolge un servizio utile alla società? E se muore investito da un camion? E il chirurgo che va a operare in Afghanistan i feriti della guerra e che muore sparato? Lui ha delle competenze, ha responsabilità di persone e macchinari. Perchè non facciamo un funerale di stato pure a lui? Una vita è una vita, nessuna vale più dell’altra, per quanto misera essa sia. Questo quello che mi rode.

     

  5.  
    Anonimo

    Il "problema" dei 4 giorni dedicati alla rappresentazione dei militari morti, cosa che non avviene per i civili è un fatto puramente politico. Questo problema riguarda prettamente le nazioni che hanno perso la 2° guerra mondiale. Queste nazioni hanno avuto l’obbligo di inserire nella loro costituzione che non solo ripudiano la guerra, ma anche in caso di guerra difensiva, sono disponibili a prendere calci nel culo dal primo che passa (leggere per credere). Le nazioni vincitrici invece non solo hanno una costituzione "normale" ma non sono costrette a giustificarsi ogni volta che un militare va a fare il proprio mestiere. I morti inglesi si contano a decine se non centinaia, i loro giornali relegano la notizia in 4° pagina, come si fa da noi per le morti bianche e l’opinione pubblica ci fa poco caso. In Germania s’è scelto il metodo opposto, far finta di niente e non parlarne proprio, se possibile. In Giappone ogni volta che un militare s’allaccia le scarpe si apre un dibattito parlamentare. In Italia è più o meno lo stesso ma con più ipocrisia. Quindi pur essendo tutte missioni di pace, ogni volta che ci scappa il morto parte tutto il teatrino che deve mostrare come siamo buoni, bravi e belli, si vede il negretto con la lacrima all’occhio, la ragazza militare che lo accudisce come fosse suo figlio, strette di mano, baci ed abbracci. Tutta propaganda politica, di una nazione alla quale prima è stato imposto l’anti militarismo militante e poi, ora che serve, riceve "richieste d’aiuto" dagli USA che da soli ormai non ce la fanno nemmeno a vincere una scaramuccia con Panama. Purtroppo le conseguenze della 2° guerra mondiale si sentono pesantemente a tutt’oggi. Le potenze vincitrici si sono dimostrate confuse e belligeranti. USA e URSS hanno fatto più danni della grandine piantando semi di odio in tutto il modo (odio che tra i popoli c’è sempre stato) e dimostrando di avere le idee molto confuse. Basta vedere quante volte si creano situazioni ridicole dove prima si fanno la guerra, poi vanno a bere assieme come grandi amici, poi di nuovo guerra e poi di nuovo aperitivi.

    Tutte stronzate, sbaglia solo chi li prende sul serio. Nota di capriccio: Obama riceve il nobel per la pace "d’anticipo", come buon auspicio; va a ritirarlo e inizia il suo discorso dicendo "io sono il Comandante di una nazione che sta combattendo due guerre e dobbiamo vincerle a tutti i costi". Sgomento della platea, grasse risate per me. Quantomeno non è stato ipocrita come quelli che gl’hanno affibbiato un titolo che non gli spetta.



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